Alfonso Crosetto: “Riprenditi l’Anima. Come guarire le tue ferite più profonde e rinascere in questa vita”

Questa volta parliamo di un libro, che tratta una tematica fortemente spirituale legata alla nostra parte più profonda, a quella che comunemente chiamiamo anima.

A parlarci di questa tematica è l’autore del testo Alfonso Crosetto, che ha scritto Riprenditi l’Anima. Come guarire le tue ferite più profonde e rinascere in questa vita.

Titolo, come avviene il più delle volte in questa rubrica, abbastanza impegnativo e che lascia ampio spazio alla curiosità di chi prende in mano per la prima volta questo testo.

Davvero è possibile guarire le ferite più profonde della nostra anima? E, in caso positivo, come si può farlo?

 

Punto di partenza della riflessione condotta da Alfonso Crosetto è un principio fondante dello sciamanesimo, una pratica antichissima, le cui origini di perdono nella notte dei tempi.

Ebbene in base alla cultura sciamanica ogni volta che la nostra anima subisce un urto da parte della vita (un lutto, una perdita, un dolore profondo) questa perde una parte di sè, che si distacca dal corpo, per cercare un posto dove potersi rigenerare.

Lo sciamano allora, nella sua veste di sacerdote, aveva il compito proprio di andare a trovare questa parte di anima ferita e di riportarla, entro tre giorni dal distacco, al corpo, in modo tale da sanare la separazione avvenuta tra questi due elementi.

Un antico mito si trasforma così in una metafora di quanto avviene ancora anche nella vita moderna.

Oggi, infatti continuiamo a pensare che mente e corpo siano due parti separate di noi. In qualche modo, perciò, siamo abituati a considerare le malattie fisiche slegate dal contesto psicologico e non connesse, come in realtà, invece, sempre più i fatti dimostrano che queste siano.

I farmaci sembrano essere la soluzione migliore in ogni caso, probabilmente perché sono quella più rapida e più a portata di mano. Così, invece, di fermarci a riflettere su cosa possa causarci fenomeni di insonnia o momenti di ansia, ecco che ricorriamo immediatamente ad una pasticca o a poche gocce ed il gioco è fatto. Problema risolto. Ma così non è. Infatti abbiamo solo attenuato il sintomo, ma la causa è rimasta ferma al suo posto proprio come prima della cura.

Ecco che, allora, l’autore del testo – attraverso un racconto che vede come protagonisti Talelu e Ulala, entrambi in cerca di parti delle loro anime in fuga – evidenzia come oggi una parte della popolazione inizi a ritornare ad assumere un atteggiamento diverso nei confronti delle malattie, molto simile a quello della cultura sciamanica.

Piuttosto che ricorrere ad un medico o alla medicina tradizionale, molti cercano, dunque, sacerdoti sciamani o praticanti diversi, che possano aiutarli nella loro ricomposizione dell’anima.

Il senso profondo che Crosetto vuole trasmettere al suo pubblico è che è impossibile pensare a se stessi come ad una dicotomia anima – corpo, perché così non è. Il benessere dell’uno dipende da quello dell’altra e viceversa.

Presi dall’idea del possesso e della prevaricazione, stiamo perdendo il senso più vero dell’esistenza: noi siamo fatti di spirito e materia e non si può pensare a nessuna di queste due parti prescindendo dall’altra.

Attraverso le pagine di questo testo cercheremo, perciò, di tornare alla nostra unità originaria, ridando all’anima la giusta importanza che merita.

Recensione di Sabrina Rosa

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Daniel Goleman “Coltivare l’intelligenza emotiva. Come educare all’ecologia”

In un mondo quale quello in cui ci troviamo a vivere, che cambia velocemente, che muta di attimo in attimo nei suoi aspetti più salienti e che richiede un continuo adattamento alle proprie necessità da parte di tutti gli esseri viventi , Daniel Goleman ci propone un testo davvero innovativo: Coltivare l’intelligenza emotiva. Come educare all’ecologia.

Lo stesso autore del precedente libro Intelligenza emotiva, nonché professore di psicologia nell’Università di Harvard, torna così a concentrarsi su quest’aspetto dell’intelletto umano per troppo tempo sottovalutato.

Siamo cresciuti, infatti, con l’idea che l’intelligenza fosse una ed una sola. Una sorta di monoblocco, grazie al quale o si era bravi a fare tutto o si era incapaci di fare qualsiasi cosa.

A scuola, spesso, gli stessi insegnanti ci chiedevano come fosse possibile che risultassimo tanto bravi in una materia e altrettanto carenti in un’altra.

Forse non ti piace quello che insegno?” era, poi, l’ovvia domanda, che scattava subito dopo interrogazioni o compiti in classe, che avevano avuto valutazioni davvero poco gratificanti.

Ecco, Daniel Goleman, così come anche Howard Gardner, ha rivoluzionato completamente questo modo di concepire l’intelligenza, andandola  a considerare non più come un unicum, ma bensì come sistema multifunzionale, che agisce a diversi livelli.

Un sistema, pertanto, che consente non solo di adattarsi alle differenti situazioni, ma va oltre rendendoci maggiormente funzionali in determinate discipline e meno in altre.

Tutti sappiamo che il nostro cervello è diviso in due emisferi – emisfero destro ed emisfero sinistro -, ognuno dei quali sovrintende a funzioni diverse. Uno maggiormente legato alla creatività, l’altro alla razionalità pura.

A seconda della parte di cervello, che usiamo più frequentemente, otteniamo risultati diversi e abbiamo competenze che ci differenziano tra di noi.

Daniel Goleman, insieme ai suoi collaboratori, Lisa Bennett e Zenobia Barlow, fa emergere proprio questo: l’importanza dell’intelligenza emotiva, che ci aiuta a sopravvivere, ad adattarci e ad entrare in relazione con gli altri.

Un ruolo fondamentale è svolto dall’empatia, che ci consente di metterci nei panni dell’altro, di comprendere il suo personale punto di vista, senza tuttavia colludere con lui.

Coltivare l’intelligenza emotiva. Come educare all’ecologia è, dunque, un testo che andrebbe letto da tutti gli educatori, che vogliano svolgere la propria professione al meglio.

Infatti questo testo è un vero e proprio manuale, utile per sostenere il lungo e complesso processo di educazione (nel senso etimologicamente più intimo del termine, ossia educare come e – ducere: tirare fuori), che è alla base dello sviluppo di un’intelligenza emotiva funzionale e al passo con i tempi.

Allo stesso modo e per le stesse ragioni se ne consiglia la lettura anche ai genitori.

Ognuno di noi deve imparare a conoscere la propria intelligenza emotiva per comprenderla e per avvalersi del prezioso aiuto, che questa può portarci in ogni fase dell’esistenza.

Recensione di Sabrina Rosa

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Terrina gialla alle verdure arrostite

Ingredienti per 6-8 persone

  • gr 250 di farina di mais gialla
  • 2 zucchine
  • 1 cipolla rossa
  • 2 peperoni rossi
  • 2 spicchi d’aglio
  • gr 75 di parmigiano
  • gr 200 di mais in scatola
  • 8 pomodorini semi secchi
  • 1 ciuffetto di basilico
  • burro
  • olio evo
  • sale marino integrale
  • pepe

Preparazione

Versate in un paiolo un litro d’acqua con un filo d’olio e l’aglio sbucciato e schiacciato.

Portate a bollore, salate, versatevi la farina di mais e cuocetela, mescolando spesso, per circa 40 minuti.

Spuntate le zucchine e affettatele insieme alla cipolla sbucciata.

Pulite i peperoni e tagliateli a listarelle.CIBO CRUDO

Disponete le verdure in una teglia, conditele con un filo d’olio, sale e pepe e infornatele a 220° per 20 minuti.

Eliminate l’aglio e condite la polenta, a fine cottura e a fuoco spento, con 60 grammi di burro, il parmigiano e il mais, ben scolato.

Imburrate uno stampo da plum cake da circa 1,2 litri di capacità.

Fate sul fondo uno strato con i pomodorini e alcune foglie di basilico, versatevi metà della polenta ancora calda e livellate bene con il dorso di un cucchiaio.

Disponete nello stampo metà delle verdure arrostite, coprite con il resto della polenta e terminate con le verdure rimaste.

Compattate battendo il fondo dello stampo sul piano di lavoro, coprite con alluminio e fate raffreddare.

Passate in frigo per almeno 4 ore.

Prima di servire, ripassate lo stampo in forno a 200° per 25 minuti.

Ricetta di Roberta D’Alessandro

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