Mi è capitato spesso, curiosando sul sito on line Il Giardino dei libri di imbattermi in un curioso termine Ho’Oponopono.
Dico curioso, perché non lo conoscevo – almeno fino a questo momento – fin quando non mi si è offerta la possibilità di recensire un libro e, dunque, eccomi qua.
Il testo in questione si intitola appunto Carte Ho’Oponopono. Vivere a Ritmo con la Divinità ed è stato scritto da Stefania Montagna, che è stata la prima studiosa a diffondere anche in Italia questa pratica.
Ma torniamo alla domanda iniziale, che io stessa mi sono posta più volte: che significa Ho’Oponopono?
Ebbene il termine Ho’Oponopono è di origine hawaiana e letteralmente sta ad intendere il “rimettere al proprio posto le cose”.
Si tratta, in altre parole, di una pratica finalizzata al recupero da parte di ognuno di noi delle proprie responsabilità e si basa sul perdono e sulla gratitudine, due sentimenti non così diffusi nella nostra società di oggi.
Un perdono che deve essere rivolto innanzitutto a noi stessi, quando sbagliamo. Come anche la gratitudine: essere felici di noi, tutte le volte in cui compiamo una buona azione.
Può sembrare ovvio e naturale farlo, ma – se ci fermiamo un attimo a riflettere – ci rendiamo immediatamente conto che non è proprio così scontata come cosa.
Il più delle volte, infatti, siamo portati a compiangerci o ad attribuire agli eventi quanto ci accade, piuttosto che prenderci le nostre responsabilità e vivere la vita con consapevolezza.
Se vogliamo cercare di cambiare tale situazione, il libro che vi presento oggi ci offre una possibilità concreta per farlo.
Le 70 carte, che insieme al testo fanno parte del pacchetto, rappresentano, infatti, altrettante possibilità di viaggio interiore, una per ogni giorno.
L’Ho’oponopono dunque aiuta nel recupero dei ricordi primordiali che sono nella nostra mente, mettendoci in contatto con il nostro bambino interno, quello con il quale è necessario ricostruire un rapporto di accoglienza e di perdono, se si vuole vivere una vita autentica.
In tal modo, accettandosi, anche con le proprie debolezze e imperfezioni, è possibile ricostruire il dialogo con la Divinità, che alberga in noi e che può cancellare la memoria dei nostri sbagli.
Così facendo si elimina il buio, che ci impedisce di vivere bene, e si lascia spazio alla luce, ossia a quella purezza, che tipizza il bambino e che – proprio come succede ai bambini – rende possibile vivere limpidamente ogni esperienza.
Si tratta di un percorso articolato, da compiere in maniera consapevole, ma che alla fine rigenera tutte le nostre energie vitali e ci rimette in contatto con la nostra parte più spirituale.
Il perdono e la gratitudine saranno, così, la via maestra da seguire verso noi stessi e verso gli altri, di giorno in giorno fino quando non avremo rimesso al proprio posto tutte le cose.
Recensione di Sabrina Rosa