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Come coltivare l’aglio in vaso

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L’aglio va piantato nel mese di marzo, quindi ormai ci siamo. Innanzitutto prima di procedere a scegliere vaso e localizzazione, bisogna decidere quale varietà di aglio si intende coltivare.

Esiste infatti un tipo di aglio bianco, che ha una buona resistenza al freddo, si conserva per un periodo di tempo lungo e ha un sapore più deciso, ed un aglio rosa, che, invece, è particolarmente delicato, quindi non sopporta i climi troppo freddi o umidi.

Non è necessario usare dei semenzai, ma basta mettere direttamente nella terra uno spicchio di aglio a testa in su, in modo tale che possa sporgere un pò all’esterno.

In media, all’interno di un vaso con un diametro di 30 centimetri, è possibile piantare 9 spicchi di aglio.dent

Per ottenere risultati soddisfacenti, dobbiamo scegliere un angolo del nostro orto sul balcone esposto a mezzogiorno, abbastanza asciutto e riparato.

La terra va preparata un pò prima di quando mettiamo dentro gli spicchi d’aglio. E’ bene concimarla con fertilizzanti abbastanza ricchi di potassio e di fosforo, elementi indispensabili per una crescita sana di quest’ortaggio.

Una volta che la pianta inizia a crescere, innanzitutto, bisogna stare attenti a dare acqua nelle giuste dosi, quindi si costantemente, ma senza bagnare troppo la terra. Infatti, un’umidità eccessiva potrebbe favorire la presenza di ruggine o anche di altri parassiti vegetali, che portano rapidamente incontro alla morte la pianta, perché ne attaccano le radici.

Inoltre, non appena vedete spuntare dei fiori, questi vanno recisi, così da aiutare il bulbo a diventare più consistente.

La raccolta dei bulbi deve coincidere con il momento in cui le foglie della pianta iniziano ad essiccarsi; quindi a sud sarà ad inizio estate (giugno, massimo luglio), mentre a nord anche qualche settimana prima.

I bulbi, quindi, levati dal vaso, vanno legati a trecce e lasciati essiccare al sole per una settimana circa; dopo di che si possono trasferire in un ambiente ben aerato e con clima secco.

Per rendere l’aglio più digeribile a tavola è bene eliminare il germoglio interno prima di consumarlo oppure metterlo sui cibi spremuto.

L’aglio è un ottimo antibiotico naturale, quindi non va sottovalutato il suo consumo nella nostra cucina.

Come coltivare la cipolla in vaso

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Contrariamente a quanto spesso si pensa, è possibile coltivare la cipolla anche nel nostro orto sul balcone, utilizzando gli appositi vasi e seguendo alcuni piccoli accorgimenti. Il periodo ottimale per la semina è la primavera, ma fino a settembre si può, comunque, procedere a piantare le cipolle; bisogna solo escludere i periodi di massimo gelo.

Va, innanzitutto, precisato che non sempre è necessario acquistare i semi delle cipolle, perché a volte basta conservare la parte inferiore di questa e farla essiccare per circa una settimana. Dopo di che si può interrare, mettendo il fondo orientato verso la terra e ricoprendolo con qualche centimetro di terriccio.

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Una volta che spuntano le prime foglioline, bisogna, quindi, togliere il fondo della cipolla  dal terreno e le diverse piantine nate dovranno essere separate le une dalle altre, avendo cura di destinare un vaso singolo a ciascuna di esse.

Un’altra tecnica da tenere in considerazione consiste nel far nascere delle nuove piante da cipolle germogliate. In questo caso bisogna togliere la parte centrale della cipolla, separandola dal resto, e poi piantare in un vaso questo piccolo bulbo, stando ben attenti a lasciare in alto la parte verde, dove si trovano i germogli. Il vaso deve essere esposto in un’area soleggiata e innaffiato spesso, così da avere terra sempre umida al suo interno.
Se, invece, si vuole risparmiare tempo, conviene acquistare dei bulbilli da mettere direttamente in vaso, dai quali nascono velocemente le cipolle. In questo caso, il periodo ottimale di trapianto è rappresentato dalla primavera ed è bene acquistare dei bulbilli biologici.
Infine, si possono prendere i semi di cipolla e metterli nella terra a ridosso dei mesi più rigidi dell’anno; in questo modo i bulbi raggiungono il massimo del loro sviluppo in primavera e le cipolle sono pronte in estate.
Tra i principali nemici della cipolla va annoverato, innanzitutto, il marciume delle radici, provocato da un’eccessiva innaffiatura della terra, che può portare ad un ristagno idrico nel vaso. Inoltre, ci sono dei vermi, che possono nutrirsi delle foglie, delle larve di mosca che si cibano dei bulbi e delle muffe, che portano ad un appassimento di tutta la pianta.
Dunque, ci sono diverse tecniche di coltivazione da seguire. Ognuno può sperimentare quella che ritiene più adatta alle proprie esigenze ed arricchire, in tal modo, il proprio orto sul balcone.

Come coltivare i peperoncini in vaso

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Per coltivare i peperoncini nel nostro orto sul balcone non occorre troppo spazio, né, tanto meno, eccessivo tempo. Basta solo seguire alcune piccole accortezze e progettare in maniera funzionale gli spazi, prima di dare avvio alle colture vere e proprie.

Innanzitutto, quindi, è bene sottolineare che esistono tantissime varietà di peperoncino; alcune sono più precoci nel loro sviluppo, per cui vanno piantate a marzo-aprile, altre, invece, sono molto più lente nel crescere e, di conseguenza, devono essere avviate già ad inizio anno.

I climi temperati sono quelli più favorevoli allo sviluppo di queste piante, che, ad ogni modo, non devono mai essere esposte a temperature inferiori ai 10°C, per evitare di essere bruciate dal freddo. Nel caso in cui il nostro balcone sia esposto a nord, ad angoli particolarmente ventosi e a temperature eccessivamente rigide è bene mettere le piante in casa nei mesi invernali o farle stare in serre specifiche per uno spazio ristretto, come quello offerto da un balcone.

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E’ possibile scegliere tra 80 diverse specie di peperoncino, che fanno parte tutte del genere Capsicum. Alcune di queste piante sono annuali, mentre altre sono perenni; non si tratta di particolari secondari quando si progetta un orto sul balcone.

La fioritura avviene in primavera, mentre i peperoncini maturano in estate. Questa pianta richiede annaffiature costanti, soprattutto nei mesi più caldi; se, però, si vogliono ottenere frutti particolarmente piccanti, è necessario evitare di dare acqua nei due-tre giorni precedenti la raccolta.

Oggi, visto che il peperoncino è diventato uno degli elementi di spicco della nostra tradizione culinaria, esistono diversi siti in rete, che diffondono notizie sul come coltivarlo e, poi, utilizzarlo a tavola. Tra questi segnaliamo, ad esempio, http://www.mondopiccante.net/, che risulta particolarmente esaustivo e ricco di informazioni.

Inoltre, è possibile trovare in commercio qualsiasi tipo di seme o anche di piantina già avviata. Così, accanto alle specie maggiormente nostrane, come la  Capsicum annuum, che è quella più diffusa in Italia, abbiamo anche il Tabasco, l’Habanero, l’Habanero dolce e via a seguire per accontentare ogni tipo di palato.

Una volta raccolti, i peperoncini si possono conservare essiccandoli al sole o nel forno e poi appendendoli, in modo tale da formare le classiche collane, che danno anche un effetto visivo vivace e colorato ai vostri inverni. Oppure, si possono mettere sott’olio, dopo averli fatti stare alcune ore sotto sale e averli, quindi, lavati delicatamente; in questo caso è bene farli riposare nel barattolo, sotto vuoto, almeno due settimane prima di consumarli.

Iniziamo, così, a rendere vivo il nostro orto sul balcone e uniamo l’utile al dilettevole, quando seminiamo le prime piantine di peperoncino.

Un grazie particolare va a Roberta D’Alessandro, che mi ha inviato le foto dei suoi peperoncini e mi ha autorizzato a usarle per il blog!