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I benefici dei germogli

I germogli sono considerati “cibo vivo” in quanto contengono sostanze nutritive essenziali e possono anche essere ritenuti un vero e proprio alimento terapeutico.

Sono ricchi di enzimi, vitamine, oligoelementi, aminoacidi essenziali.

Sono facilmente digeribili e si prestano ad essere consumati crudi, ma possono essere utilizzati per tantissime ricette: insalate, primi, contorni insieme a tante altre verdure, ma anche come dessert insieme a diversi frutti, ecc.

I germogli erano conosciuti anche nei tempi antichi: se ne trovano le tracce nel “Grande erbario della Medicina Cinese” di circa duemilacinquecento anni fa, in cui si parla delle proprietà dei germogli di soia, consigliati in caso di problemi polmonari o digestivi.

Il processo di germinazione attiva e rivitalizza il germe o l’embrione. Durante la germinazione si verificano importanti modifiche nella composizione biochimica e nella struttura del chicco: le sostanze di riserva del tessuto nutritivo sono assorbite dall’embrione che cresce fuori dal seme e si trasforma in un “germoglio”.

I semi ed i germogli contengono carboidrati, che si trasformano in zuccheri semplici che sono perciò assimilati facilmente. Le vitamine (che aumentano anche tre volte rispetto ai semi) e gli oligoelementi presenti nei germogli sono  facilmente assimilabili.

I germogli si possono fare anche a casa, ma sarà bene scegliere i semi biologici. Si possono utilizzare tantissimi semi: avena, soia, lenticchie, grano, grano saraceno, ceci, fagioli, ecc.

Come fare i germogli in casa

Per fare i germogli sciacquare i semi per eliminare polvere ed impurità. Mettere i semi in un largo barattolo o vaso di vetro, grande abbastanza da far circolare l’aria e permettere ai semi di aumentare tre, quattro volte. Versare l’acqua  fino a superare i semi, chiudere il recipiente con una garza.

Mettere il recipiente al buio a una temperatura da 15 a 25 °C e lasciarlo per sei-dodici ore. Il tempo varia a seconda della grandezza dei semi e della temperatura: i semi più piccoli e le alte temperature accorciano i tempi.

Passato il tempo scolare l’acqua, sciacquare i semi e tenerli sempre umidi, ma non in ammollo. Sciacquare i semi due volte al giorno per due, tre giorni, poi una volta al giorno. Tenere sempre i semi al buio. Proseguire fino a quando i germogli non arrivano a tre, quattro centimetri.

I germogli ottenuti possono essere conservati in frigo per circa una settimana.

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I germogli contengono zuccheri allo stato semplice che sono metabolizzabili  e utilizzabili immediatamente. Sono alimenti altamente energetici ma non avendo grassi complessi l’apporto calorico di cento grammi di germogli si aggira sulle quarantacinque kcal.

I germogli contengono proteine vegetali che permettono di immettere le proteine necessarie quotidianamente, senza associarci i grassi come avviene mangiando proteine di origine animale.

Contengono tutte le vitamine del gruppo A, B, C. Sono un ottimo ed economico integratore naturale.

I sali minerali presenti nei germogli sono tantissimi: sodio, ferro, fosforo, potassio, calcio, ecc.

I germogli contengono anche clorofilla, una sostanza vegetale simile all’emoglobina, che è utilissima in caso di anemia; contribuisce a rigenerare il sangue, il fegato, a migliorare l’ossigenazione e ad aumentare le difese immunitarie.

Gli enzimi vivi e vitali che troviamo nei germogli, utili per digerire i carboidrati, i grassi e le proteine, vengono assimilati senza dispendi di forza ed energia.

Ci forniscono fibre indispensabili che facilitano la digestione e la mobilità intestinale.

Sono utilissimi:

  • per rivitalizzare il corpo in caso di debolezza, stanchezza, convalescenze, ecc.
  • per rafforzare il sistema immunitario;
  • per depurare il corpo;
  • per ossigenare e migliorare il funzionamento di fegato, reni, polmoni, ecc.;
  • per ringiovanire i tessuti poiché combattono i radicali liberi;
  • per regolare la pressione sanguigna grazie al potassio contenuto;
  • per alcalinizzare il corpo e quindi avere una protezione dalle malattie che trovano terreno fertile in casi di eccessiva acidificazione.

Di seguito le caratteristiche dei diversi tipi di germogli:

  • germogli di avena: indicati per chi ha difficoltà a digerire e chi ha disturbi polmonari, depurano e rinforzano il corpo;
  • germogli di ceci: decongestionano il fegato e i reni e facilitano la digestione;
  • germogli di fagioli: ricchi di proteine e nutrienti, benefici per il fegato, eliminano gli intasamenti di bilirubina, fanno benissimo ai polmoni e aiutano a frantumare i calcoli;
  • germogli di grano: ricchi di proteine, minerali, enzimi, antiossidanti e vitamine. Se usati regolarmente ringiovaniscono, depurano e alcalinizzano il nostro corpo;
  • germogli di grano saraceno: ricchi di proteine complete e facilmente digeribili. Forniscono fosforo, ferro, calcio, zinco, manganese, rame, vitamine B, P, PP e E. Indicati per rafforzare il cuore ed i vasi sanguigni;
  • germogli di lenticchie: fonte di proteine digeribili che forniscono microelementi utili al nostro organismo;
  • germogli di soia: sono adatti alle persone che fanno lavori pesanti o per gli atleti.

Articolo di Assunta Ruscitto

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La spesa di Aprile: ecco cosa comprare

Siamo finalmente in primavera ed il nostro corpo in questo periodo dell’anno ha bisogno di disintossicarsi di tutte le tossine accumulate durante l’inverno.

La natura ci offre tantissime piante, che ci aiutano a depurarci e che ci forniscono i minerali necessari.

Tra le verdure in aprile troviamo ancora le bietole, i cavolfiori, i broccoli, i cardi, le carote, i carciofi, la cicoria, i finocchi, l’insalata, il radicchio, i ravanelli, il sedano, gli spinaci, il topinambur, ecc., ma anche le verdure primaverili quali gli asparagi, gli agretti, le cipolle, i porri, l’erba cipollina, i piselli, i fagiolini, le fave, i cetrioli, la rucola, l’ortica, il rabarbaro, le rape, il sedano rapa, ecc.

CIBO CRUDO

La rucola ha tantissime proprietà: contiene sali minerali quali ferro, calcio, potassio, magnesio, vitamina C e K, vitamine B6 e B9; è depurativa e drenante, aiuta la digestione, è antiossidante. Ha anche un effetto calmante, se  presa come tisana.

Con la rucola si possono preparare tantissime ricette, alcune delle quali le trovate anche qui nel blog come gli spaghetti vegan al pesto di pomodori secchi e rucola o anche  le linguine rucola e pachino.

La cicoria ha proprietà disintossicanti, diuretiche e depurative. Contiene calcio, fosforo, ferro, potassio, carboidrati, vitamina C, vitamina B, vitamina P e vitamina K.

Veloce da preparare e ottima la cicoria strascinata romana…io ve la consiglio!

L’ortica contiene tantissimi minerali: fosforo, calcio, potassio, ferro, rame, zinco. Contiene, inoltre, vitamina C.

Asparagi e carciofi aiutano nella depurazione del fegato.

 Tra la frutta di stagione ad aprile possiamo trovare le arance, i limoni, i pompelmi, i kiwi, le mele, le pere, le fragole.

Questa frutta è ottima per preparare le centrifughe, particolarmente apprezzate in questo periodo dell’anno.

Come ho scritto nella spesa di marzo, le fragole contengono minerali, vitamine e aminoacidi, hanno proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, depurative, disinfettanti e antisettiche.

Articolo di Assunta Ruscitto

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Non solo piccante: Sua Maestà il PEPERONCINO

Si fa presto a dire “ci vorrebbe un po’ di peperoncino”. Sappiamo realmente ciò di cui stiamo parlando, siamo sicuri di conoscerlo bene?

Gli appassionati risponderanno con fermezza affermativamente, gli altri, invece, potranno scoprire tanti aspetti e retroscena, informazioni ed elementi per poter conoscere e distinguere questo meraviglioso frutto.

Andiamo subito a conoscerlo, partendo dall’inizio. Cominciamo, quindi, col dire che il peperoncino è parente del pomodoro, della patata e del peperone, tutti membri della famiglia delle Solanacee, ed è coltivato in tutto il mondo.

Il peperoncino, le sue proprietà e i suoi benefici erano certamente noti ai messicani già dal 5000 a.C., ma questo giunge a noi grazie a Cristoforo Colombo, che lo porterà dall’appena scoperto continente americano.

Molte sono le specie esistenti di peperoncino, da noi il più diffuso è quello rosso, il Capsicum annuum.

Perché il peperoncino pizzica? La responsabile della piccantezza è la Capsaicina, che a contatto con la lingua stimola i recettori del dolore.

Cos’è il piccante secondo voi, come lo definireste? Non è certo un sapore bensì una sorta di puntura. Ci avete fatto mai attenzione? Provate. Adesso un po’ di chimica.

Il peperoncino è ricco di minerali quali fosforo, selenio, zinco, manganese, rame, ferro, potassio, magnesio, calcio e sodio) e vitamine quali A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K, J, e ancora alfa e beta carotene, luteina e zeaxantina, cripto xantina beta, licopene.

Oltre a rendere più gustosi i nostri piatti ha molte proprietà salutari.

Contiene molti antiossidanti che aiutano nelle malattie cardiovascolari e a ridurre il colesterolo e i trigliceridi. Creano una barriera per ictus, arteriosclerosi e infarto e riducono il rischio di coaguli del sangue.
CIBO CRUDO
Non solo, infatti il peperoncino rafforza i vasi sanguigni rendendoli più elastici, facilitandone, così, dilatazione e migliorando, di conseguenza. la circolazione corporea.

Un toccasana per il cuore e l’apparato cardiocircolatorio. Il peperoncino fa male allo stomaco? Considerata la piccantezza si sarebbe portati a rispondere di si e che in particolare fa insorgere bruciori si stomaco.

Falso. A meno che non si abbiano già disturbi a livello gastrico, il peperoncino aiuta il processo digestivo, stimolando la produzione dei succhi gastrici, e dà una mano all’intestino, al cui livello risultano utili anche le proprietà antibatteriche e antisettiche.

Aiuta, inoltre, la cicatrizzazione delle ulcere. Non per niente il peperoncino viene utilizzato in alcune preparazioni come conservante naturale, in particolare nei Paesi del Sud.

Recenti studi gli hanno attribuito anche delle proprietà antitumorali, in particolare per prostata e stomaco.

Utile anche per i diabetici di tipo 2 che se lo assumono hanno bisogno di meno insulina dopo i pasti. Una migliore circolazione aiuta anche i bulbi piliferi e quindi il peperoncino fa bene alla salute dei nostri capelli.

La vitamina C non scarseggia nel nostro frutto rosso, recando benefici alla pelle, proteggendo il corpo da infezioni e ad esempio dallo scorbuto.

Veniamo ora alle note dolenti. Se soffrite di ulcera, gastrite, emorroidi, infiammazioni dell’apparato digerente, è bene starne lontani.

Perché è rosso il peperoncino? Per via dei carotenoidi che contiene in grande quantità, non per nulla è parente dei pomodori e dei peperoni.

Torniamo ora alla piccantezza, cominciando con il dire che questa non risiede nei semi, bensì nella parte interna, dove la capsaicina la fa da padrone.

Come si fa a stabilire il grado di piccantezza.?

Grazie alla Scala di Scoville.  Il chimico Wilbur Lincoln Scoville ha stabilito una scala di gradazione che parte da 0, normale peperone, e arriva a 16 milioni, valore arbitrario dato alla capsaicina pura. L’unità di misura è l’SHU (Scoville Heat Units).

Inizialmente si diluiva estratto di peperoncino con acqua e zucchero e più diluiva maggiore era la gradazione. Il test era effettuato da cinque assaggiatori. Oggi, invece, la tecnologia ha ormai sostituito l’uomo nella valutazione.

Andiamo a vedere la classifica aggiornata:

  1. al primo posto spicca il Carolina Reaper, un incrocio tra il Naga Morich Pakistano e l’Habanero Rosso, prodotto per la prima volta nella Carolina del Sud (Stati Uniti);
  2. medaglia di argento per il Trinidad Muraga Scorpion, proveniente dai Caraibi e dall’America Centrale;
  3. il bronzo se lo aggiudica il Naga Viper, creato il Inghilterra dall’incrocio tra Naga Morich  – Buth Jolokia e Trinidad Scorpion;
  4. sotto al podio, dietro al terzetto , troviamo il Buth Jolokia, incrocio tra la specie cui appartiene il primo classificato (Capsicum chinense) e Capsicum frutescens (Tabasco);
  5. al quinto posto troviamo il Seven Pod Douglah, di Trinidad e Tobago.

Il nostro peperoncino Calabrese raggiunge 20.000 sulla scala. Piccante certo, ma i primi della lista lo sono estremamente di più. Un consiglio. Il bruciore del peperoncino si diluisce nel latte e nell’alcool. Bere acqua pertanto non aiuta. Mangiare mollica di pane o bere latte fresco è il rimedio migliore.

Buon peperoncino a tutti, qualunque esso sia, in polvere o fresco.

Ricordate sempre di maneggiare con cura e se piccantissimo, meglio con i guanti. In ogni caso, dopo esserne venuti a contatto lavare bene le mani ed evitare di toccare occhi e parti sensibili.

Articolo di Alessandro Rotondi

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Benefici delle lampade di sale rosa

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Le lampade di sale rosa si fabbricano dai cristalli di salgemma provenienti dalle miniere del massiccio montuoso Himalayano, formatosi nel corso di milioni di anni.

E’ un sale purissimo, privo di sostanze inquinanti e ricco di sali minerali.

Le lampade possono essere piccole, medie o grandi, a seconda dell’ambiente che dobbiamo illuminare, hanno anche diverse forme, e possono essere messe in tutti gli ambienti della casa.


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Accendere le lampade di sale produce tantissimi benefici:

  • emanano ioni negativi che riducono le radiazioni, disinfettano e purificano l’aria;
  • la presenza di ioni negativi amplifica il flusso di ossigeno al cervello per cui migliora la concentrazione e l’attenzione;
  • sono deumidificatori naturali in quanto il sale assorbe l’umidità;
  • prevengono la fomazione di muffe;
  • riducono le allergie respiratorie e migliorano le difese immunitarie;
  • combattono l’elettromagnetismo provocato da computer, televisori, ecc.;
  • il colore arancione della luce delle lampade facilita il rilassamento, la creatività e la gioia di vivere; in cromoterapia infatti le tonalità dell’arancione stimolano allegria, serenità ed ottimismo.

Articolo di Assunta Ruscitto

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Caffè: benefici e rischi

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Nel mondo occidentale il caffè è una delle bevande più consumate.

Molti italiani lo bevono al mattino a colazione, nelle pause dal lavoro o dallo studio, per fare due chiacchiere con gli amici, ecc.

Ci sono infinite ricerche in tutto il mondo che ci dicono che il caffè fa bene per tantissimi motivi, e ce ne sono altrettante che sostengono che il caffè fa male.

Analizzando meglio scopriamo che il caffè contiene: sali minerali (magnesio, zinco, potassio, calcio, ferro, fosforo), bioflavonoidi, vitamine (B1, B2, B3, B5, B6, K) e caffeina.

Gli effetti della caffeina sono:

  • stimolare la corteccia cerebrale
  • stimolare l’attività cardiaca
  • accelerare i battiti cardiaci
  • dilatare i vasi sanguigni,
  • stimolare la secrezione gastrica e biliare,
  • facilitare la peristalsi intestinale,
  • aumentare la pressione sanguigna,
  • aumentare la concentrazione e la capacità di attenzione,
  • aumentare la diuresi,
  • facilitare la dilatazione dei bronchi e per questo le persone asmatiche possono trovare dei benefici.
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E’ sconsigliato assumere caffè:

  • alle donne in gravidanza,
  • alle persone che soffrono di ipertensione,
  • alle persone che soffrono di cardiopatie,
  • alle persone che soffrono di ulcera, gastrite o reflusso gastroesofageo.

Bisogna considerare che la caffeina può inibire l’assorbimento di calcio e ferro e quindi può provocare anemia e osteoporosi. Può inoltre provocare insonnia, ansia, vampate di calore, irritabilità e mal di testa.

L’assunzione di caffeina può interferire con la produzione del cortisolo, “l’ormone dello stress”. Questo ormone viene rilasciato dalla ghiandola surrenale per regolare il ritmo circadiano del ciclo sonno veglia e aumenta per gestire situazioni di stress. Si è visto che un eccesso di caffeina può portare a un’eccessiva o a una scarsa produzione di cortisolo, soprattutto quando viene assunto in momenti (ad es. appena svegli) in cui dovremmo già essere naturalmente “svegliati” dal cortisolo.

Soprattutto se il caffè è assunto in dosi eccessive può provocare:

  • tachicardia
  • esofagite
  • insonnia
  • acidità
  • ansia
  • tremolii

Elencati alcuni benefici e rischi derivanti dal consumo del caffè posso solo consigliare di ascoltare le raccomandazioni del proprio medico che sa cosa è bene per noi.

Articolo di Assunta Ruscitto

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Paprica

Oggi vi parleremo dei benefici della paprica.

Per farlo seguiremo i consigli di Assunta Ruscitto, che segue per noi la nostra rubrica sulle spezie.

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La paprica appartiene alla famiglia delle solanacee. E’ originaria del Messico e fu importata in Spagna e in Marocco dai conquistadores spagnoli, prima di arrivare in Ungheria dove nell’ottocento la pianta prese saldamente piede.

Si ottiene macinando semi e polpa di più tipi di peperoncino essiccati.

Esiste la paprica dolce ottenuta dai peperoni non piccanti, la paprica piccante ottenuta aggiungendo ai peperoni anche i peperoncini piccanti e la paprica affumicata, ottenuta tramite la macinazione di peperoni essiccati ed affumicati.

La paprica dolce è usata nell’industria alimentare per preparare diversi prodotti, per esempio vari tipi di snack.

La paprica è uno degli ingredienti, insieme a curcuma, senape, coriandolo, cumino e pepe nero, per preparare il curry o i masala, e viene usata moltissimo nella cucina orientale.

Con la paprica si condiscono diversi piatti a base di riso e viene usata per insaporire zuppe, stufati, ecc.

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Contiene molte sostanze nutritive essenziali:

  • Capsaicina, che è conosciuta per le sue proprietà antiossidanti, per i benefici per il sistema cardiovascolare e per le proprietà antireumatiche e analgesiche;
  • vitamine A, E, C, K e del gruppo B;
  • betacarotene;
  • luteina;
  • zeaxantina;
  • tra i sali minerali: calcio, ferro, fosforo, magnesio, manganese, potassio, selenio, sodio, ecc.;

Per questo la paprica:

  • favorisce la digestione poiché provoca l’aumento della secrezione gastrica;
  • migliora la circolazione sanguigna;
  • è un antitumorale grazie al licopene, al betacarotene e alle vitamine A e C che bloccano le cellule tumorali;
  • è un antisettico e un disinfettante;
  • è utile nell’abbassare il colesterolo;
  • stimola la produzione di collagene grazie alla presenza della Vitamina C;
  • previene la caduta dei capelli;
  • protegge la vista.

Si consiglia di non usare in dosi eccessive la paprica poiché potrebbe irritare l’intestino e provocare diarrea o stipsi.

Controindicazioni:

Le persone che soffrono di allergia o di colite non dovrebbero assumere la paprica. Non è indicata per i bambini e per le donne in gravidanza. Comunque è sempre bene chiedere un parere al proprio medico.

Articolo di Assunta Ruscitto

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I benefici dell’origano

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L’origano (origanum) è una pianta della famiglia delle laminacee che cresce fino a duemila metri di altezza; il suo nome deriva dalle parole greche oros (montagna) e ganos (splendore), quindi significa splendore della montagna.

Cresce bene nei paesi del Mediterraneo, soprattutto Italia e Grecia. Era conosciuto fin dai tempi degli Antichi Egizi. I Romani lo usavano per alleviare i piedi doloranti dopo lunghe marce mettendolo dentro i sandali; i pellegrini del Medioevo facevano lo stesso.

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Si usa molto nella dieta mediterranea poiché insaporisce e arricchisce molti piatti: insalate, minestre, sughi, pizze, ecc.

Si può usare anche per profumare l’olio d’oliva.
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L’origano contiene molti sali minerali, come: potassio, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, manganese, selenio, zinco, rame e diverse vitamine: A, B1, B2, B5, B6, CK.

Ha tantissime proprietà:

  • è un antisettico (grazie ai fenoli contenuti, il timolo e il carvacloro);
  • è antinfiammatorio (secondo studi effettuati da ricercatori svizzeri e tedeschi contiene il betacariofillene, che può contrastare alcuni stati infiammatori);
  • è analgesico: nella medicina popolare si utilizzava l’origano per alleviare dolori muscolari, mal di denti, mal di testa, gonfiori, ecc.;
  • è un antiossidante: studi pubblicati sul “Journal of Nutrition” hanno dimostrato questa proprietà grazie a vitamina A, criptoxantina, luteina e zeaxantina contenuti nell’origano;
  • previene le malattie cardiache grazie agli Omega 3 e grazie al potassio aiuta a tenere sotto controllo la pressione del sangue e la frequenza cardiaca;
  • è un antibiotico naturale;
  • è antibatterico;
  • è antispasmodico.

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L’olio di origano ha un’azione espettorante che risulta utile in caso di asma, tosse o catarro. Esercita anche funzioni diuretiche.

L’origano può anche essere usato come rimedio per tenere lontano le formiche.

A questo punto non ci resta che usarlo sia per insaporire tantissimi piatti ma anche per mantenerci in salute.

Articolo di Assunta Ruscitto

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I benefici delle castagne

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I mesi di ottobre e novembre sono molto importanti. Siamo, ormai, in pieno autunno, quando, ormai, mutano  colori e profumi ed è tempo di raccolti.

Partiamo dal colore marrone quindi dalla castagna, prodotto dall’albero denominato Castanea sativa della famiglia delle Fagacee, una pianta dalla lunga vita.

Storicamente le castagne hanno rappresentato l’alimento principale delle popolazioni montanare fino a non molti decenni fa. Oltre ad essere buone hanno dalla loro, tra l’altro, che non contengono glutine quindi possono essere consumate tranquillamente dai celiaci.

Sono ricche di fibre utili all’intestino e di sali minerali, quali il potassio importante per i muscoli, lo zolfo che è antisettico e disinfettante, il sodio che aiuta la digestione, il magnesio toccasana per i nervi e il fosforo utile al tessuto nervoso.

Contengono, poi, la vitamina C antiossidante e buona per il collagene e quindi per l’elasticità dei tessuti, nonché valido ausilio per il sistema immunitario.

Essendo ricche di minerali, quindi, le castagne sono particolarmente indicate per chi soffre di stanchezza cronica, per anziani e bambini e per recuperare le energie dopo una influenza.

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Le castagne contengono anche molto zinco, che aiuta a tenere in salute la prostata, prevenendone il rigonfiamento. Ma sono importanti anche per le donne in gravidanza, dal momento che sono ricche di vitamina B9, che aiuta la produzione di globuli rossi.

da non dimenticare, ancora, che l’elevata quantità di fibre, presente in questi frutti, limita l’assorbimento del colesterolo in eccesso nell’intestino, con conseguente diminuzione nel sangue e alza livelli di grasso buono.

Ricapitolando quindi, possiamo dire che la castagna è composta per il 48,6 % da acqua, da carboidrati, dal 2,4 % di proteine, dal 2,2 % di grassi, dall’8 % di fibre e dall’1,1 % di ceneri.

minerali presenti nelle castagne sono: sodio, calcio, fosforo, magnesio, ferro,potassio, zinco, rame e manganese.

Le vitamine: vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9 e vitamina C.

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Gli aminoacidi presenti nelle castagne sono: acido aspartico e glutammico, alanina, arginina, cistina, glicina, isoleucina, fenilalanina, istidina, leucina, lisina, prolina, metionina, serina, tirosina, triptofano, valina e treonina.

Le castagne saziano grazie all’elevato contenuto di carboidrati, ma non ingrassano: infatti 100 grammi di castagne fresche apportano 200 calorie. La stessa quantità bollita ha 130 calorie, 190 le caldarroste e 290 quelle secche.

Porre attenzione, tuttavia, al modo in cui le consumate. Fresche e se non ben cotte possono essere digerite con difficoltà a causa l’elevato contenuto di amido.

Pertanto, se soffrite di colite, aerofagia, obesità, problemi al fegato e diabete, meglio starne alla larga.

Anche l’acqua di cottura delle castagne può essere un valido ausilio, dal momento che utilizzata sui capelli biondi, dopo il lavaggio, ne esalta i naturali riflessi.

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L’infuso di foglie di castagno è ottimo per gargarismi in caso di infiammazione della gola e della bocca.

Dalle castagne anche si ottiene un ottima farina, che può essere utilizzata nella preparazione di pane, ciambelle, polenta, frittelle e torte.

Sul nostro blog potete trovare diverse ricette salate e dolci a base di castagne: confetture,  biscotti, tagliatelle, dolci e molto altro ancora.

Il buon contenuto di rame può aiutare a prevenire il precoce ingrigire dei capelli.

In Italia si contano circa 300 differenti varietà di castagne.

Un’ultima curiosità. Vi siete mai chiesti che differenza ci sia tra castagne e marroni? Non è facile distinguere le une dagli altri.

Diciamo che le prime sono il frutto delle piante selvatiche, mentre le seconde sono coltivate.

Articolo di Alessandro Rotondi

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I benefici della zucca

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La zucca è il frutto delle piante delle famiglie delle cucurbitacee. Ci sono diverse varietà di zucche. L’origine della zucca è sconosciuta.

In Europa venne importata dai coloni spagnoli dall’America. La zucca che era l’alimento base degli Indiani d’America.

Ci sono testimonianze che la zucca fosse conosciuta dagli Egiziani, dai Romani, dagli Arabi e dagli Africani del Niger, anche se di diverse varietà.

Può essere usata in cucina per preparare tantissimi piatti: antipasti, primi, contorni, dolci, ecc. Può essere cotta a vapore, lessata, stufata, cotta al forno, ecc.

La zucca oltre che buona, cucinata in infiniti modi, ha tantissime proprietà che ci aiutano a restare in buona salute.

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La polpa di zucca contiene carotenoidi, mucillagini, vitamine (A, B, E, C), sali minerali (magnesio, manganese, fosforo, zinco, selenio, potassio, zinco, sodio, calcio), aminoacidi (arginina, triptofano, acido aspartico e acido glutammico) ed  ha tantissime proprietà:

  • è diuretica;
  • è lassativa e riequilibrante della flora intestinale;
  • protegge le vie urinarie;
  • è un antiossidante e contrasta l’insorgenza dei radicali liberi;
  • riduce il colesterolo grazie alla presenza di Omega 3
  • è sedativa, calma l’ansia, il nervosismo e l’insonnia
  • previene le patologie cardiovascolari

I semi di zucca e l’olio dei semi contengono fitosteroidi, olii grassi, melene e fitolecitina, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B che aiutano a:

  • eliminare i parassiti intestinali;
  • calmare il prurito per le punture di insetti o in caso di scottature;
  • può prevenire le infiammazioni delle vie urinarie;
  • Regolare la pressione sanguigna grazie ai fitoestrogeni;

Il succo di zucca è un ottimo diuretico.


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La zucca può essere usata come contenitore, svuotata della polpa ed essiccata ai tempi dei Romani diventava un contenitore di sale, cereali, vino, ecc.

A seconda delle diverse forme della zucca si possono ricavare ciotole, cucchiai o strumenti musicali come le maracas in Sud America.

In cosmesi la zucca si può utilizzare per la preparazione di creme o maschere per rallentare l’invecchiamento.

Articolo di Assunta Ruscitto

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Cannella

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Articolo di Assunta Ruscitto

Col nome cannella o cinnamomo si identificano alcune piante della famiglia delle Lauracee, come la Cinnamomun zeylanicum, originaria dello Sri Lanka, e  la Cinnamomum cassia, originaria della Cina.

La spezia si ricava dalla corteccia degli alberi, che si taglia, facendone asciugare la corteccia interna, la quale si arrotola su se stessa formando i bastoncini di cannella.

Questi ultimi sono da preferire alla polvere sia perché l’aroma si mantiene più a lungo sia perché la cannella in polvere è facilmente adulterabile.

Le industrie alimentari, in genere, usano la Cinnamomun cassia, più economica, che però contiene la cumarina, una sostanza che, a dosi elevate, può essere nociva per il fegato, per cui è meglio consumarne massimo un cucchiaino al giorno.

Il sapore della cannella è particolare, in quanto è sia dolce che piccante.

La cannella in cucina è poliedrica:dent

  • è usata per la preparazione di dolci, torte, pane dolce, creme, biscotti, caramelle, ed aggiunge un gusto particolare a gelati, macedonie, frullati e frutta;
  • si può aggiungere a parecchie bevande: latte, latte vegetale, tisane, caffè, liquori, sangria, vin brulé, ecc.;
  • insaporisce ricette salate, come risotti, verdure, piatti agrodolci o salse;
  • può sostituire lo zucchero in molte preparazioni, riducendo la quantità di zuccheri ingeriti. Arricchisce i piatti col suo sapore dolce evitando i picchi di glucosio;
  • si può aggiungere alle conserve dolci, salate, in quelle di frutta come pesche o fragole, o ai sottaceti come cetriolini, cipolle, barbabietole, ecc.

La cannella fornisce manganese, ferro, calcio e fibre.

Le proprietà di questa spezia erano conosciute già dagli Egizi. Nell’antica Roma la cannella era nota come spezia afrodisiaca, nel Cinquecento diversi trattati medici ne confermano l’effetto stimolante a livello sessuale.

Nella medicina tradizionale cinese si usa per combattere nausea, raffreddore, dolori mestruali, virus intestinali ed altro.

Inoltre, la cannella ha numerosissime proprietà:

  • è un antiossidante e un antisettico;
  • è un antibatterico naturale, la medicina Ayurvedica da sempre la consiglia per prevenire la crescita di batteri, funghi e Candida; era usata nell’Antico Egitto per l’imbalsamazione dei defunti;
  • è un antinfiammatorio;
  • riduce il dolore causato dall’artrite. Uno studio effettuato dall’Università di Copenaghen ha dimostrato che i pazienti assumendo mezzo cucchiaino di cannella in polvere e un cucchiaio di miele al mattino avevano trovato un sollievo dai dolori da artrite;
  • regola gli zuccheri nel sangue. Molti studi effettuati su pazienti affetti da diabete di tipo 2 hanno dimostrato che l’assunzione di cannella riduce la glicemia. Uno dei componenti della spezia, il polimero metil-idrossi-calcone (MHCP) è in grado di migliorare la risposta delle cellule all’insulina;
  • ha proprietà antitumorali. Una ricerca effettuata dalla Università del Texas dimostra che l’assunzione della cannella provoca una riduzione della proliferazione delle cellule tumorali;
  • stimola il sistema immunitario: assunta insieme allo zenzero e al miele è uno dei rimedi più utilizzati d’inverno per raffreddore e mal di gola nella medicina Ayurvedica;
  • abbassa il colesterolo e i trigliceridi;
  • riduce il rischio di malattie cardiovascolari;
  • migliora la digestione, il controllo del peso, riduce gli attacchi di fame; favorisce la scissione dei grassi, perciò rende più agevole il processo digestivo, allevia il gonfiore e la tensione addominale.
  • regola il ciclo mestruale, come dimostrato da uno studio condotto dal Columbia University Medical Center. Contiene la cinnamaldeide che nelle donne aiuta a bilanciare la produzione di progesterone e di testosterone;
  • migliora la memoria in quanto l’aroma e il sapore della cannella producono una stimolazione cognitiva.

Oltre a tutte queste proprietà esistono, tuttavia, anche delle controindicazioni all’uso della cannella, per lo più se si superano le dosi consigliate (massimo un cucchiaino al giorno).

Soprattutto se si utilizza l’olio essenziale di cannella, bisogna ricordarsi che al suo interno è presente la cumarina, la quale può rivelarsi tossica per il fegato e per i reni.

Evitare il consumo di cannella nei bambini di età inferiore ai due anni e durante la gravidanza per rischi di sviluppo anomalo del feto.

Tenere presente anche le interazioni con alcuni farmaci, i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei).

Come sempre è bene usare un po’ di saggezza, una spolveratina di cannella sui dolci aggiunge il gusto particolare ed evita il picco glicemico, ma non bisogna esagerare, come in tutte le cose. Consiglio comunque di consultare sempre il medico o il nutrizionista.