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“Effetto Biofilia Il potere di guarigione degli alberi e delle piante – Il misterioso legame tra uomo e natura” di Clemens G. Arvay

Torniamo questa volta a parlarvi nella nostra rubrica dedicata alla lettura di un tema, che ci sta particolarmente a cuore, ossia la relazione esistente tra noi e la natura.

A fornici lo spunto per tale riflessione il testo del biologo e scrittore austriaco Clemens G. Arvay intitolato Effetto Biofilia. Il potere di guarigione degli alberi e delle piante – Il misterioso legame tra uomo e natura.

Il termine biofilia ha un’etimologia greca e letteralmente sta ad indicare l’amore per la vita (bios: vita e filos: amore, amicizia). Cosa c’entra, dunque, con gli alberi e le piante?

C’entra tantissimo perchè se un tempo si pensava semplicemente – quasi a livello di sensazione individuale e soggettiva –  che il verde avesse un effetto benefico su di noi, ora è, invece, scientificamente provato che la natura svolge una vera e propria azione terapeutica sugli esseri umani, andando a rinforzare il nostro sistema immunitario.

Tutto ciò è reso possibile da una comunicazione subconscia, che si instaura tra uomo e piante o alberi e che agevola la concentrazione e la riflessione, riducendo in tal modo le condizioni di stress, alle quali la vita di ogni giorno ci sottopone.

Ma non solo. Esistono degli studi scientifici che hanno dimostrato anche come il passeggiare in un bosco supporti una rigenerazione cellulare, aiutando a prevenire l’insorgenza di malattie neoplastiche, mentre la vista del colore verde implementi la produzione di neurotrasmettitori in grado di migliorare il nostro tono dell’umore.

Quanto fin qui descritto è quello che Clemens G. Arvay  definisce, appunto, effetto biofilia e nel testo sono presenti anche delle indicazioni su alcuni semplici esercizi da eseguire per renderlo più incisivo.

Non importa se non abbiamo boschi vicino casa. Anche un giardino può svolgere allo stesso modo un effetto terapeutico, basta solo volerlo.

La lettura del testo Effetto Biofilia. Il potere di guarigione degli alberi e delle piante – Il misterioso legame tra uomo e natura agevola i lettori in questo percorso di riavvicinamento alla natura e di, conseguente benessere.

Non è la prima volta che affrontiamo questa tematica, ma di sicuro è la prima volta che ci concentriamo proprio su un’azione terapeutica delle piante nei nostri confronti.

Non si tratta, infatti, solo di una riscoperta della natura, ma della volontà di creazione di una relazione dialogica uomo – piante, che possa farci abbandonare per un pò lo stress e il logorio dei ritmi quotidiani per prenderci cura di noi stessi, per coccolarci.

Sempre più spesso nascono degli orti sul balcone – anche qui nel blog abbiamo una sezione dedicata proprio a questa tematica. Ecco questa potrebbe essere una modalità per entrare in contatto più intimo con le piante, per staccare dalla routine e per fare qualcosa non solo di salutare da un punto di vista fisico (i prodotti coltivati in casa sono sicuramente più genuini di quelli acquistati al mercato), ma anche mentale.

Nella visione di benessere olistico, come più spesso ricordato, corpo e mente sono un’unica entità, che va amata e curata…questo il senso intimo della biofilia.

Recensione di Sabrina Rosa

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“Guarire l’Anima” di Tenzin Wangyal Rinpoche

Preoccupati ed affaccendati a prenderci cura del nostro corpo, convinti che sia l’aspetto esteriore a fare la differenza in questo mondo, sempre più spesso ci ritroviamo poi a trascurare la nostra interiorità.

Una scelta non scevra da effetti nocivi, a seguito della quale i risultati, ovviamente, sono ben visibili agli occhi di tutti, perché noi non siamo creature dicotomiche – ossia scisse tra materia e spirito -, ma unità inscindibili di corpo ed anima, per cui non possiamo proteggere l’uno senza fare lo stesso con l’altra e viceversa.

Da queste riflessioni parte il testo, che voglio presentarvi oggi, dal titolo che immediatamente fa riflettere: Guarire l’anima.

Un libro che di sicuro viaggia contro corrente e che ha come autore Tenzin Wangyal Rinpoche, che è il fondatore, nonché la guida spirituale del Lingrnincha Institute, un centro specializzato per lo studio e la pratica degli insegnamenti del buddismo Bön tibetano.

L’idea portante del testo è che sia possibile in qualsiasi momento della nostra esistenza recuperare le nostre energie interiori, quelle perciò connesse alla spiritualità, per tornare a sentirsi un’unità mente – corpo.

Quali strumenti proposti da Tenzin Wangyal Rinpoche ci sono la meditazione, che consente di raggiungere i nostri strati più profondi, di entrare, così, in contatto con la nostra anima e di guarirla, laddove siano presenti delle ferite, che non ci fanno star bene e ci fanno vivere in una condizione di perenne inquietudine, ma anche il silenzio, il contatto con la natura.

Tutte queste tecniche aiutano l’uomo ad allontanare le emozioni per lui negative (che poi sono anche alla base di insorgenza di malattie), a sentirsi maggiormente realizzato nella sua vita di ogni giorno, ad essere felice e a donare tale felicità anche agli altri.

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Dunque, non c’è l’idea prettamente occidentale di ricorrere ai farmaci se si vuole combattere una malattia – anche se dell’anima – , ma si fa ricorso all’immensa energia universale che pervade l’intera natura, quindi anche ognuno di noi.

Un’energia che scorre e che mette in relazione, aiutandoci quando ne abbiamo bisogno.

Il testo, suddiviso in sette capitoli, aiuta, pertanto, il lettore nel compiere questo suo personale viaggio, esplorando il sé, per poi incontrare al meglio gli altri, creando delle relazioni funzionali e felici.

Il fine è quello di superare il senso di solitudine – tipico della nostra società, che crede di essere coesa e connessa grazie all’illusione fornitale dai social media, mentre sempre più cade in una condizione di alienazione e di isolamento sociale – nutrendo sia il proprio corpo che la propria anima.

Una sfida impegnativa senza dubbio, ma alla quale non possiamo rinunciare per recuperare la nostra felicità e il nostro essere più autentico.

 

Recensione di Sabrina Rosa

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Stefania Montagna “Carte Ho’Oponopono. Vivere a Ritmo con la Divinità”

Mi è capitato spesso, curiosando sul sito on line Il Giardino dei libri di imbattermi in un curioso termine Ho’Oponopono.

Dico curioso, perché non lo conoscevo – almeno fino a questo momento – fin quando non mi si è offerta la possibilità di recensire un libro e, dunque, eccomi qua.

Il testo in questione si intitola appunto Carte Ho’Oponopono. Vivere a Ritmo con la Divinità ed è stato scritto da Stefania Montagna, che è stata la prima studiosa a diffondere anche in Italia questa pratica.

Ma torniamo alla domanda iniziale, che io stessa mi sono posta più volte: che significa Ho’Oponopono?

Ebbene il termine Ho’Oponopono è di origine hawaiana e letteralmente sta ad intendere il “rimettere al proprio posto le cose”.

Si tratta, in altre parole, di una pratica finalizzata al recupero da parte di ognuno di noi delle proprie responsabilità e si basa sul perdono e sulla gratitudine, due sentimenti non così diffusi nella nostra società di oggi.

Un perdono che deve essere rivolto innanzitutto a noi stessi, quando sbagliamo. Come anche la gratitudine: essere felici di noi, tutte le volte in cui compiamo una buona azione.

Può sembrare ovvio e naturale farlo, ma – se ci fermiamo un attimo a riflettere – ci rendiamo immediatamente conto che non è proprio così scontata come cosa.

Il più delle volte, infatti, siamo portati a compiangerci o ad attribuire agli eventi quanto ci accade, piuttosto che prenderci le nostre responsabilità e vivere la vita con consapevolezza.

Se vogliamo cercare di cambiare tale situazione, il libro che vi presento oggi ci offre una possibilità concreta per farlo.

Le 70 carte, che insieme al testo fanno parte del pacchetto,  rappresentano, infatti, altrettante possibilità di viaggio interiore, una per ogni giorno.

L’Ho’oponopono dunque aiuta nel recupero dei ricordi primordiali che sono nella nostra mente, mettendoci in contatto con il nostro bambino interno, quello con il quale è necessario ricostruire un rapporto di accoglienza e di perdono, se si vuole vivere una vita autentica.

In tal modo, accettandosi, anche con le proprie debolezze e imperfezioni, è possibile ricostruire il dialogo con la Divinità, che alberga in noi e che può cancellare la memoria dei nostri sbagli.

Così facendo si elimina il buio, che ci impedisce di vivere bene, e si lascia spazio alla luce, ossia a quella purezza, che tipizza il bambino e che – proprio come succede ai bambini – rende possibile vivere limpidamente ogni esperienza.

Si tratta di un percorso articolato, da compiere in maniera consapevole, ma che alla fine rigenera tutte le nostre energie vitali e ci rimette in contatto con la nostra parte più spirituale.

Il perdono e la gratitudine saranno, così, la via maestra da seguire verso noi stessi e verso gli altri, di giorno in giorno fino quando non avremo rimesso al proprio posto tutte le cose.

Recensione di Sabrina Rosa

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Inaugurata a La Rustica la Biblioteca Popolare Liber Liber. Intervista a Claudio Scarpellini

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Domenica 25 settembre è stata una giornata di festa per il Quartiere La Rustica, periferia Est di Roma.

L’occasione è stata l’inaugurazione della Biblioteca Popolare “Liber Liber”, su iniziativa della medesima Associazione. A dare volt2o, cuore e braccia, in particolare, sono stati il Presidente, Claudio Scarpellini e il Vice Presidente, Viviana Panti (qui nella foto a destra).

Per l’occasione si è mobilitata anche la pittrice Daniela Melli, che ormai da diversi anni dirige la “Scuola di Pittura e Disegno”, da lei fondata.

L’Associazione Il Grillo Parlante, ha contribuito attivamente alla riuscita dell’evento. Associazione fondata nel 2007 e divenuta un valore aggiunto del territorio.

L’evento è stato anche il pretesto per una bella pulita all’area antistante la “Casa delle Associazioni “Lucio Conte”, dove ha sede la Biblioteca Popolare ed è stata effettuata da componenti della Cooperativa Sociale  Assalto al Cielo”.

3La giornata di domenica ha coinvolto grandi e piccini, in attività e laboratori di creatività e pittura, le cui protagoniste non potevano non essere le parole, scritte a terra con i gessetti colorati, dipinte su carta con i pennelli e sui pannelli, che hanno sostituito parte del controsoffitto del corridoio della Casa.

Tante sono le parole scritte nei molti volumi raccolti in due anni, provenienti da donazioni da parte di privati così come anche gli arredamenti.4

Claudio Scarpellini ci ha raccontato che il tutto nasce da una passione del conoscere attraverso la lettura, passione che ha nutrito fin da ragazzo Le parole scritte, i libri, la conoscenza, un tempo per i più giovani, era facile trovarsi in posti pieni di libri, in particolare storici e politici, ed era facile quindi farsi contagiare.

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Due anni di raccolta, da enciclopedie complete a dizionari e corsi di lingua, passando per tutti i generi letterari e autori. Molti volumi non hanno ancora trovato collocazione, visto che gli spazi sono esauriti.

Come ci è arrivata la Biblioteca a La Rustica?” Claudio ci risponde che è merito di Maurizio Falessi, Presidente della Cooperativa Sociale “Assalto al Cielo”, che ha concesso lo spazio per realizzare questo progetto.

Mentre parliamo traspare la soddisfazione, più che la fatica, per la buona riuscita della giornata e per l’obiettivo raggiunto. Dopo il tramonto l’evento, riuscitissimo, si avvia a conclusione.

Invito tutti i Ru6sticani, e non solo, ad iscriversi alla Biblioteca.

Ringrazio Claudio per l’accoglienza e per il tempo che ci ha concesso e tutti quanti hanno permesso il buon esito della giornata.

La Biblioteca Popolare Liber Liber si trova a La Rustica presso la Casa delle Associazioni Lucio Conte, Via Dameta, 18. Giorni e orari di apertura saranno ufficialmente comunicati a breve.

Per info liberliber.bipop@libero.it  e  su Facebook:  www.facebook.com/liberliber.bipop.

Articolo e intervista di Alessandro Rotondi

Parole in Piazza. Il 25 settembre si inaugura a La Rustica la Biblioteca Popolare Liber Liber

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Al fine il momento è giunto. Anche il Quartiere La Rustica, a Roma, avrà la sua Biblioteca Popolare, grazie alla dedizione del buon Claudio Scarpellini.

Un uomo che è riuscito a realizzare questo sogno benché avesse un’occupazione lavorativa, tentando di sfruttare al meglio il proprio tempo libero e alla fine ci è riuscito.

In ciò Claudio non è stato ovviamente solo, ma l’impegno è stato condiviso da un gruppo di persone, a cominciare da Viviana Panti, alla quale si sono poi aggiunti anche altri volontari, che entusiasti del progetto, hanno consentito tutti insieme l’apertura del servizio.

Ed ecco, quindi, giunto il momento della grande inaugurazione, fissata per domenica 25 settembre, alle ore 17.00, in via Dameta, 18 presso la Casa delle Associazioni Lucio Conte.

La giornata è ricca di iniziative legate alle parole, ai colori, alla lettura. Si parte alle ore 16.00 con Parole in Piazza, un invito aperto a tutti dove ognuno potrà partecipare, portando, scrivendo o dipingendo una parola attraverso i laboratori che saranno presenti in piazza nell’arco della giornata. L’idea nasce dalla voglia di porre l’accento sull’importanza della “parola” e quindi del libro come contenitore.

In un laboratorio di pittura aperto a tutti, ospitato dalla Casa delle Associazione, sarà realizzata l’opera permanente Idee in soffitta. Un mosaico di parole e immagini, che sostituirà gli ormai deteriorati pannelli del controsoffitto della zona vetrata.inaugurazione-liber

Parole bianche colorate in libertà, vergate con il gesso sullo spiazzale esterno, come quando si era ragazzi, è Graffiti e Parole, per dare forma a pensieri e emozioni.

Le parole parlate, le Parole al microfono, che sarà un momento di condivisione aperto a tutti, un invito a leggere brani tratti da libri, poesie, lettere d’amore e canzoni.

Chi se la sentirà? Spazio anche ai bimbi, che potranno divertirsi insieme ad un animatore, con carta, forbici e colori.

Previsti, inoltre, Giochi di parole  ossia dei laboratori, in cui fantasia e immaginazione la faranno da padrone.

Gli organizzatori invitano tutti a contribuire con le parole, ovviamente, scritte sul supporto che più si preferisce, che andranno ad addobbare la facciata della Casa delle Associazioni, al fine di, come in un’operazione di magia, visualizzare tutte le idee dei presenti in un colpo solo!

Articolo di Alessandro Rotondi

verdenaturablog@gmail.com