Torta di mele senza glutine

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Ingredienti:

  • 4 mele
  • 3 uova grandi bio
  • gr 250 di tofu naturale
  • gr 100 di farina di riso
  • gr 50 di farina di mais tipo Fioretto
  • gr 50 di fecola di patate
  • gr 50 di farina di mandorle finissima senza glutine
  • gr 150 di zucchero  grezzo di canna
  • gr 50 di sciroppo d’ acero
  • gr 60 di latte
  • 1 bustina di lievito per dolci senza glutine
  • 2 limoni bio

Preparazione:dent

Iniziate con il prendere una ciotola di vetro, all’interno della quale andrete a setacciare tutte le farine, insieme alla fecola di patate e al lievito.

Dopo di che prendete una seconda ciotola, sempre di vetro, e metteteci a montare le uova insieme allo sciroppo d’ acero; continuate a mescolare, sempre usando una frusta d’acciaio, fin quando non avrete un composto omogeneo e denso.

In una terza ciotola, infine, montate il tofu con lo zucchero.

Sbucciate le mele e fatele a fettine, non troppo sottili.

Unite insieme il composto con le uova con quello con il tofu, stando ben attenti a non smontare il tutto.

Aggiungete le farine, il latte, le mele e la scorza dei limoni, che avrete intanto grattugiato, e mescolate con delicatezza.

Prendete uno stampo e rivestitelo con carta da forno. Versate all’interno il preparato e fate cuocere per circa 40 minuti a 180°C.

Togliete dal forno, adagiate la vostra torta su un piatto per dolci e lasciate raffreddare prima di portare in tavola.

La Birra arriva in Occidente

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L’Egitto è la porta principale attraverso cui la Birra entra nel mondo occidentale.

Nel 1887 nel libro The beer of the Bible, James Death, già produttore di birra al Cairo, ipotizza che la “manna dal cielo” inviata da Dio agli Ebrei non sia altro che una birra a base di pane, simile al porridge, chiamata wusa.

La produzione della Birra diviene fondamentale per tutte le civiltà classiche dell’antico occidente. Il filosofo greco Platone sostenne che “deve essere stato un uomo saggio ad inventare la Birra”. Come dargli torto?

Come abbiamo già avuto modo di vedere i Romani chiamavano la Birra “cerevisia”, termine con il quale indicavano l’ingrediente principale della bevanda ovvero i cereali; infatti l’etimologia della parola deriva da Cerere, dea dell’agricoltura e vis ovvero forza. Roma apprende della Birra dai Greci.

Nella cultura dell’antica Roma, questa bevanda ebbe grande importanza soprattutto nel periodo iniziale della storia della città. Successivamente, infatti, il vino divenne la bevanda preferita, tanto che nel periodo repubblicano la Birra fu considerata degna solo delle popolazioni barbare.

int (1)Publio Cornelio Tacito, storico vissuto tra il I e il II secolo d.c. usava toni dispregiativi per definire la bevanda prodotta dai popoli germanici. Un altro storico, questa volta greco, Ellanico di Lespo, ci riporta che anche il popolo dei Traci, che occupavano una regione della Grecia che si estendeva dalla Turchia alla Bulgaria, sin dal V secolo a.c. consumava brutos o bryos a base di segale.

Consumata regolarmente, quotidianamente, da tutte le classi sociali, in particolare nel nord e nell’est Europa, la Birra conosce una notevole diffusione nel vecchio continente, anche perché in tali zone la coltivazione della vite presentava notevoli difficoltà.

Al contrario, nel sud la Birra veniva consumata in particolare dalle classi meno agiate. Era da considerarsi un vero e proprio alimento, stante all’apporto calorico.

Durante il basso medioevo, era in cui la birra veniva servita ad ogni pasto, in Inghilterra e nei Paesi Bassi il consumo pro-capite era di 275-300 litri (60-66 galloni) all’anno.

La Birra non godeva di approvazione negli ambienti scientifici e medici. Greci e Arabi non se ne erano occupati molto e, pertanto, considerando che all’epoca la tradizione contava molto in medicina, questa era ritenuta una bevanda non molto salutare.

Aldobrandino da Siena, medico e scrittore, così scriveva in merito: «Comunque con qualsiasi cosa venga prodotta, sia con l’avena, sia con l’orzo o con il frumento, (la birra) fa male alla testa e allo stomaco, causa una cattiva respirazione e rovina i denti, riempie lo stomaco con fumi dannosi, e chiunque la beva insieme al vino diventa ubriaco rapidamente; ma ha la proprietà di facilitare la minzione e rende la pelle bianca e liscia.» ed era il 1256.

Per quanto riguarda gli elementi di base per la produzione, l’impiego del luppolo è stato descritto nell’822 da un abate carolingio e  la badessa Ildegarda di Bingen scriveva nel 1067: «Se qualcuno intende fare della birra con l’avena, viene preparata con il luppolo».

Abbiamo testimonianze che ci inducono a dire che già dal IX secolo l’utilizzo del luppolo era noto quale ingrediente aromatizzante. Col tempo si è trovata la giusta proporzione di dosaggio degli ingredienti.

Inizialmente veniva utilizzata una miscela di spezie, la gruit e questa tipologia di birra andava consumata fresca, non poteva essere conservata e quindi esportata.

E’, infatti, il luppolo il conservante naturale della Birra, ma tale tipologia di produzione viene perfezionata solo dal XIII secolo in Germania ed inizia, così, ad essere esportata sul larga scala, impiegando delle botti di dimensioni uniformate.

Nella stessa epoca cambia anche la gestione della produzione; da due si passa a otto-dieci persone.

Tale sistema si diffonde in Olanda nel XIV secolo e, in seguito, arriva anche nel Ducato di Brabante e nella Contea delle Fiandre, per giungere, alla fine del XV secolo, in Inghilterra, dove un secolo prima l’uso del luppolo era stato imposto per legge.

I contadini, però, sostenevano che il luppolo rovinasse il sapore della birra, per cui ci furono delle rivolte represse con fermezza.

La fabbrica di birra più antica ancora in attività si trova in Baviera ed è gestita da una abbazia di monaci benedettini: si tratta del birrificio Weihenstephaner.

A partire dal XIV e XV secolo la produzione di birra diviene gradualmente una attività artigianale. Pub e monasteri iniziano a produrla in proprio per un consumo di massa.

Guglielmo IV, Duca di Baviera, approva nel 1516 quella che potrebbe essere il più antico regolamento rimasto in vigore fino al XX secolo, la Reinheitsgebot, “requisito di purezza”. La norma prescriveva che gli ingredienti della birra dovessero essere acqua, orzo e luppolo. A questi verrà, in seguito, aggiunto il lievito dopo la sua scoperta, avvenuta nel 1857 grazie a Louis Pasteur.

Dopo l’unificazione dell’Impero tedesco ad opera di Otto von Bismarck nel 1871, la legge viene estesa a tutta la Germania e aggiornata alle tendenze moderne nella produzione.

La prima birreria asiatica viene registrata nel 1855, l’attuale Mohan Meakin Brewery. In origine si chiamava Dyer Breweries, fondata in India sulle Montagne Himalayane.

La maggior parte delle birre erano quelle oggi chiamate ale, birra ad alta fermentazione, mentre quelle a bassa fermentazione, ovvero le lager, oggi le più prodotte, appaiono a partire dal XVI secolo. queste non sono altro che il risultato casuale della conservazione in grotte fresche per periodi di tempo lunghi.

Per ora il nostro viaggio può dirsi concluso. La prossima volta affronteremo la questione sotto l’aspetto produttivo, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Prima di salutarci un po’ di folklore e curiosità, che non fa mai male. Sediamoci davanti ad un bel boccale della nostra Birra preferita e fantastichiamo sull’origine della nostra bevanda preferita…

Il poema epico finlandese Kalevala, basato su tradizioni orali di molti secoli addietro e raccolto in forma scritta nel XIX secolo, dedica maggior spazio all’origine e alla produzione di birra che all’origine dell’umanità. Secondo la canzone da pub britannica “Beer, Beer, Beer” dobbiamo al fantomatico Charlie Mopps l’invenzione

Beer Beer Beer

Traditional

A long time ago, way back in history,
when all there was to drink was nothin but cups of tea.
Along came a man by the name of Charlie Mops,
and he invented a wonderful drink and he made it out of hops.

He must have been an admiral a sultan or a king,
and to his praises we shall always sing.
Look what he has done for us he’s filled us up with cheer!
Lord bless Charlie Mops, the man who invented beer beer beer
tiddly beer beer beer.

The Curtis bar, the James’ Pub, the Hole in the Wall as well
one thing you can be sure of, its Charlie’s beer they sell
so all ye lads a lasses at eleven O’clock ye stop
for five short seconds, remember Charlie Mops 1 2 3 4 5

He must have been an admiral a sultan or a king,
and to his praises we shall always sing.
Look what he has done for us he’s filled us up with cheer!
Lord bless Charlie Mops, the man who invented beer beer beer
tiddly beer beer beer.

A barrel of malt, a bushel of hops, you stir it around with a stick,
the kind of lubrication to make your engine tick.
40 pints of wallop a day will keep away the quacks.
Its only eight pence hapenny and one and six in tax, 1 2 3 4 5

He must have been an admiral a sultan or a king,
and to his praises we shall always sing.
Look what he has done for us he’s filled us up with cheer!
Lord bless Charlie Mops, the man who invented beer beer beer
tiddly beer beer beer.

The Lord bless Charlie Mops!

These lyrics may or may not be copyrighted!

« Molto tempo fa, indietro nella storia

Quando tutto quello che c’era da bere erano solo tazze di tè,

Arrivò un uomo chiamato Charlie Mopps

Ed egli inventò la meravigliosa bevanda, e la fece con il luppolo… »

Per i fiamminghi è stato il mitico re Gambrinus, Jan Primus, mentre secondo una leggenda ceca è stato il dio Radigost, dio dell’ospitalità… Buona Birra a tutti, qualunque essa sia…

Boccucce d’angelo

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Ingredienti:

  • gr 350 di farina
  • gr 250 di burro
  • gr 150 di zucchero
  • 3 uova bio
  • gr 100 di ciliegine candite

Preparazione:dent

Iniziate con il lasciare il burro a temperatura ambiente, fin quando non si ammorbidisce tanto da poter essere lavorato con le mani.

A questo punto mettetelo in una ciotola di vetro insieme allo zucchero ed impastate, così da ottenere un composto omogeneo.

Aggiungete, quindi, i tuorli delle uova e continuate ad impastare.

Unite, poi, la farina, lentamente così da non avere dei grumi ed impastate fin quando l’impasto non sarà compatto.

Formate allora delle palline, grandi più o meno come delle noci.

Rivestite una teglia con carta forno ed adagiatevi sopra le vostre palline, distanziandole accuratamente l’una dall’altra.

Ponete al centro di ciascuna di queste mezza ciliegina candita, lasciando in alto la parte tonda e pigiando in basso la parte spaccata della ciliegia.

Lasciate cuocere per circa 20 minuti a 150 °C e poi lasciate raffreddare prima di servire in tavola.

Fettuccine al caffè e noci

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Per la preparazione di questa pasta particolarissima abbiamo utilizzato il caffè in cialde e – per la precisione -, quello della Illy, che abbiamo testato grazie al sito Che cialda.

Provate e fateci sapere cosa ne pensate. ecco a voi la ricetta.

Ingredienti per 4 persone

Per la pasta:

  • gr 400 di farina integrale
  • 4 uova biologiche
  • 1 tazzina di caffè Illy Iperespresso
  • gomasio

Per il condimento:

  • 16 noci
  • 3 cucchiai di olio evo
  • 2 cucchiai di gomasio

Preparazione:

Formare una fontana con la farina, aggiungere le uova, il caffè ed il gomasio.

Impastare fino ad ottenere una palla di pasta compatta ed elastica.

Stendere la pasta con l’aiuto di un mattarello o con la nonna papera.

Quando avrete ottenuto una sfoglia non troppo sottile, ottenete delle fettuccine. Per il condimento frullate circa 16 noci con 3 cucchiai di olio evo e 2 cucchiaio di gomasio.

Cuocere le fettuccine in abbondante acqua salata.

Aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura al condimento e appena saranno scolate le fettuccine condirle col suddetto.

Buon appetito.

Fagioli alla veneziana

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Ingredienti:

  • gr 200 di cavolo cappuccio
  • gr 80 di fagioli cannellini
  • farina di mais
  • 2 spicchi di aglio
  • un pizzico di peperoncino
  • un bicchiere di vino
  • sale marino integrale
  • olio extravergine d’oliva

Preparazione:dent

Se usate fagioli già lessati, come quelli in barattolo, li avete già pronti per usarli. Se, invece, decidete di prendere fagioli secchi, lasciateli a bagno dalla sera precedente, la mattina scolateli, lavateli bene e poi lessateli in acqua bollente.

Una volta pronti, scolateli nuovamente e lasciateli raffreddare.

Nel frattempo schiacciate i due spicchi di aglio e mettetelo a soffriggere in olio bollente. Non appena si indora, eliminatele ed aggiungete in padella un pò di peperoncino.

Lavate bene il cavolo, tagliatelo a fettine sottili e versatelo nella padella, aggiungendo un pò di acqua, il vino e il sale, per farlo cuocere. Pochi minuti a fiamma vivace, girandolo con un cucchiaio di legno, lasciate evaporare l’acqua e spegnete. Lasciate la padella coperta.

In un tegamino versate un pò di olio, aggiungete due cucchiai di farina di mais e lasciatela soffriggere.

Unitela, quindi, al cavolo, riaccendete la fiamma, e mescolate. Aggiungete anche i fagioli, aggiustate di sale e peperoncino, a seconda dei vostri gusti, e portate in tavola.

I fagioli alla veneziana possono essere serviti così o distesi su pane bruscato.

Bonbon di cocco e ricotta

 

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Ingredienti:

  • gr 400 di cocco disidratato
  • gr 350 di ricotta
  • gr 100 di zucchero
  • gr 50 di cioccolato fondente
  • 1 uovo bio

Preparazione:dent

Frullate finemente il cocco e versatelo in una ciotola di vetro, lasciandone in disparte solamente 50 grammi.

Usando una paletta di legno, mescolate insieme il cocco con lo zucchero, la ricotta, l’albume dell’uovo e il cioccolato, fin quando non avrete ottenuto un composto omogeneo.

Aiutandovi con le mani, formate delle palline, che farete rotolare nel cocco rimasto e poi disporrete su una teglia, precedentemente rivestita con carta forno.

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Lasciate cuocere a 180 °C per circa 15 minuti, quindi togliete dal forno i vostri bonbon, lasciateli raffreddare e serviteli in tavola.

Una possibile variante consiste nel dimezzare le dosi in due ciotole e fare una parte di bonbon bianchi e gli altri neri, così da avere un effetto visivo maggiore, sopratutto se li si serve in occasioni particolari.

Ricetta di Roberta D’Alessandro

verdenaturablog@gmail.com

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Zuppa di carciofi

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Ingredienti per 4 persone:

  • 8 carciofi
  • 3 cipolle
  • 3 limoni bio
  • un gambo di sedano
  • timo
  • alloro
  • un cucchiaino di semi di coriandolo
  • sale marino integrale
  • pepe nero
  • olio extravergine d’oliva

Preparazione:dent

Iniziate con il prendere un sacchetto di tela per aromi e con il riempirlo con il timo, il coriandolo e la maggiorana.

Passate, quindi, a privare i carciofi delle foglie più esterne, delle punte più dure e di eventuali parti interne taglianti. Pelate anche i gambi e mettete il tutto a bagno in acqua e limone.

Nel frattempo tagliate  a dadini sedano e carota, mentre la cipolla fatela a fettine sottili. Versate in una pentola ben capiente un filo di olio e mettete a soffriggervi questi tre ingredienti.

Non appena l’olio è ben caldo e sedano, carota e cipolla si colorano, aggiungete acqua bollente e unite anche il sacchetto con gli aromi.

Lasciate insaporire per qualche minuto, quindi, unite i carciofi, salate e lasciate cuocere, fin quando non avrete una zuppa densa, quasi cremosa.

Versate la zuppa nei piatti, aggiustate di sale e pepe e versate sopra un filo di olio a crudo.

 

Zuppa di Cavolo Nero alla Toscana

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Ingredienti per quattro persone:
  • gr 300 di cavolo nero
  • gr 250 di fagioli cannellini
  • 1 patata piccola
  • 2 spicchi di aglio
  • mezza cipolla bianca
  • 2 cucchiaini di Olio EVO
  • pepe nero
  • sale marino Integrale quanto basta
  • 4 fette di pane raffermo o bruscato

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Preparazione:

Privare le foglie di cavolo della parte bianca centrale e lavarle sotto acqua corrente e spezzettarle.
In un tegame porre a scaldare l’olio e aggiungere l’aglio spellato e la cipolla trifolata.2
Una volta dorato, toglierlo e aggiungere il cavolo e i fagioli, precedentemente messi a bagno in acqua fredda. Questi possono essere sostituiti con fagiolo già lessati, allora vanno aggiunti verso fine cottura .
Aggiungere acqua fino a copertura insieme alla patata tagliata a cubetti. Lasciare cuocere per almeno quarantWP_20160111_14_43_07_Proa minuti. Verso fine cottura aggiustare di sale e pepe macinato.
Disporre le fette di pane nei piatti di portata intere o spezzetate e aggiungervi sopra la zuppa.
A piacimento spolverare di pecorino , meglio se toscano, e servire calda.

Praline di cioccolato, pistacchi e mandorle

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Ingredienti:

  • gr 260 di cioccolato fondente
  • gr 100 di zucchero
  • gr 80 di pistacchi
  • gr 20 di mandorle
  • 1 uovo biologico

Preparazione:dent

Tritate insieme mandorle e pistacchi ed uniteli ad un cucchiaio di zucchero.

Separate il tuorlo dall’albume e prendete solo l’albume, che deve essere sbattuto e, poi, unito al resto degli ingredienti. Aggiungete lo zucchero rimasto e finite di amalgamare bene.

Formate, quindi, delle palline e disponetele su un vassoio, dove vano lasciate per circa 12 ore.

Sciogliete il cioccolato e versatevi le praline, che successivamente devono essere lasciate a scolare su una griglia. Una volta asciutte, immergetele nuovamente nel cioccolato e ripetete il processo di asciugatura.

Potete servire le vostre praline, una volta raffreddate così, oppure aggiungendo all’esterno delle scagliette di cioccolato bianco, per decorarle.

Crostoni toscani

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Ingredienti:

8 fette di pane toscano o casareccio (calcolate due a persona)
4 fettine di Pecorino Rosso di Pienza
gr 300 di Cavolo Nero
gr 250 di fagioli cannellini
2 spicchi di aglio
2 cucchiaini di Olio EVO
Peperoncino
Sale Marino integrale quanto basta
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Preparazione:
Privare le foglie di cavolo della parte bianca centrale, lavarle sotto acqua corrente e tagliarle. In  una padella mettere a scaldare l’olio, aggiungere l’aglio sbucciato. Una volta che questo sarà dorato su entrambi i lati, toglierlo.
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Aggiungere il cavolo e il peperoncino. Coprire con un coperchio e lasciar cuocere il cavolo a fiamma media, fino alla consistenza desiderata.
Verso fine cottura regolare di sale e aggiungere i fagioli  precedentemente lessati per farli insaporire.
Tagliare il pane a fette per quanto possibile dello stesso spessore e posizionarlo su una teglia o placca da forno, foderata di carta forno.
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Distribuire il formaggio a pezzi, uniformemente sulle fette di pane e porre in forno preriscaldato a 180° fin quando il formaggio non sarà sciolto.
Togliere dal forno, distribuire il cavolo con i fagioli sul pane e servire subito. Buoni anche freddi.